mercoledì 30 giugno 2010

Lo Sguardo


Sono un po' sudato, ma l'aria fresca del parco che mi passa sotto la camicia mi da il sollievo giusto. Sento le mie gambe forti perchè hanno appena smesso di ballare ed è gradevole spostarsi su di loro. Sono anche leggermente stanco e non credo di essere stato bravo quanto avrei voluto, il senso di costante insoddisfazione comincio ormai a considerarlo tra gli amici più fidati. Esco dalla pista e le giro attorno, c'e' un piccolo selciato circondato dall'erba che costeggia la pista e passa vicino ed in mezzo ai tavolini di quelli che ora fanno da pubblico. Non faccio in tempo a girare l'angolo che percepisco la sua presenza: una bellissima donna ad un tavolino un poco più in là. E' un tuffo al cuore e non l'avevo vista prima. Le mie gambe continuano a  procedere sulla rotta che era stata impostata prima, volevano circumnavigare la pista ed andare a salutare il mio maestro di ballo. Lei sta guardando nella mia direzione, ma dev'essere una coincidenza,  sicuramente sta guardando qualcuno dietro di me o semplicemente non sta guardando da nessuna parte. I suoi occhi sono neri scuri come anche le sopracciglia, i capelli ricci neri, folti, lunghi e composti: ho  l'impressione di trovarmi davanti al volto di una regina greca o egiziana, il suo sorriso è dolcemente  elegante. La corporatura è proporzionata ed aggraziata, una parte dei miei istinti l'aveva intuita in tutta la sua interezza anche da seduta, anche in un attimo solo, anche nel suo vestito nero. La mente ora è spaesata, non riesce a gestire l'enorme flusso dei dati, ma in fondo confida che presto, girato l'angolo, tutto svanirà: acuto pensiero intenso non può avere vita lunga. Da questo momento in poi il tempo rallenta. Tutto si dilata: posso sentire i muscoli delle mie gambe muoversi ad uno ad uno, posso contare ogni singolo sassolino dal selciato che deforma la suola delle mie scarpe da ballo, posso sentire il profumo di tutte le erbe e le piante che danno l'aroma all'aria che sto respirando.. Lei continua a guardarmi, dritto negli occhi e mi sta sorridendo. Un classico, ho qualcuno dietro che lei conosce. Ad ogni centimetro in meno della distanza che ci separa il suo sorriso aumenta di un poco la sua intensità; detesto le illusioni, in particolare per via del senso di baratro che ti lasciano poco dopo essersene transitate. Mi sta proprio sorridendo ed ora si sta per alzare in piedi, la direzione la mia. Sento dei passi alle mie spalle, non mi ero sbagliato, devo avere qualcuno dietro a cui è molto affezionata e lo sta andando a salutare. Ora le nostre rotte stanno per intercettarsi, ed io mi preparo allo scarto per farla passare.

Mi abbraccia con l'affetto con cui si abbraccia un figlio e mi bacia delicatamente su una guancia: "Ciao White, volevo scusarmi per l'altra sera.." - Merda è un sogno - Questo è il primo pensiero nitido che lampeggia nella mia mente all'istante.. Ma sono sudato, sento il fresco, i miei muscoli rispondono ai comandi con molta precisione, e posso sentire i suoi fianchi nell'abbraccio che ho ricambiato istintivamente. No è reale. Per fortuna continua: "Quando l'altra sera mi hai chiesto di ballare ed io ti ho detto che non ero capace, poi invece quel signore ha insistito così tanto che non sono riuscita a rifiutare.. scusami davvero..". La vicinanza del suo viso mi scuote ancora l'anima. Le sorrido, le rispondo, balliamo. Ancora una volta sono in debito, prima o poi credo che dovrò restituire quel che ho ricevuto.

White Clay

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