mercoledì 16 gennaio 2013

Laja





E poi vedi, a volte alzi lo sguardo da un piatto di bistecca fiorentina fumante, e poco dietro la bottiglia di chianti Grignolo e qualcun'altra di acqua minerale c'è Laja ed altre due persone che parlano Sloveno. La persona Slava al mio fianco si chiama Sasò ma si pronuncia 'Sasciò'. E praticamente un fiero guerriero biondo e colto dal fisico possente e dalla mentalità aperta, limpida, europea e dall'inglese fluente e simpatico. Della signora Slava di fronte a me invece praticamente non ho memoria, si comporta quasi come un complemento d'arredo: forse le hanno insegnato così. Si presenta quasi fosse una figurina british da esporre all'ora del the, per avere una conversazione molto mite ed una opinione incredibilmente ordinata e religiosa da accompagnare coi biscotti. Ah, e poi ci sono anch'io naturalmente, italiano tra italiani, in mezzo alle colline che circondano Firenze. Non ho idea di quale sia il nome o la posizione del paese in cui ci troviamo, hanno guidato gli slavi nel venire qui, e loro pare che siano più a casa di me in questa terra.

Laja è ufficialmente carina, anche se l'età (credo sia vicino ai 40) ed il carattere diciamo molto 'autoctono' penso che la stiano allontanando un poco dal mondo e dalla freschezza. E' una ballerina di tango notevole, piacevole e suadente, deve aver investito parecchio tempo per prendere la forma e la consistenza di questo ballo: le sue potenzialità sarebbero molto alte, ma c'è un 'mah': ahimè, c'e' sempre un 'mah'. Me n'ero accorto più razionalmente credo già ieri sera, durante il nostro secondo ballo, ma forse anche prima, però di sicuro l'avevo voluto ignorare. Laja è molto intelligente, direi sicuramente molto più di me; inoltre è donna ed ha un potente istinto che le fa da consigliere quando lo desidera. Mi diceva l'altro ieri al bar che è stata 2 anni in Cina, da sola come esperienza di vita e per imparare il cinese. A dire il vero non c'è andata da sola, c'era andata con un ragazzo, ma dopo poco hanno cominciato ad odiarsi l'un l'altro e così hanno deciso di continuare il loro viaggio nella sperduta Cina separatamente. Però non bisogna pensare ad un viaggio di piacere, ad una vacanza in un resort o in un hotel. Praticamente con pochissimi soldi, facendo spesso l'autostop ed essendo ospitati da famiglie contadine che non avevano ne l'acqua corrente ne l'elettricità, ma che però almeno di solito, si premuravano di nutrirla, magari anche condividendo con lei riso e larve e quel poco che avevano.
Questa cosa, lo confesso mi ha colpito.. come mai una bella e giovane ragazza come lei (al tempo lo era anche di più), decide di tuffarsi nel rischio di un viaggio con così tante incognite e pericoli? Non lo so e non credo che avrò mai una risposta a questa domanda: probabilmente poi tra l'altro la risposta non sarebbe neanche una soltanto. Quello che posso osservare però è il risultato: non ha paura stare tra la gente, non ha paura di essere sola, sa di bastare a se stessa. Sa di essere intelligente e di potersela cavare in situazioni in cui molte altre persone non ce l'avrebbero fatta. Ha paura del governo, di qualunque governo, poiché ha visto che cosa possono fare. Perdere un uomo per lei (che è appena uscita da una relazione di 4 anni) vuol dire che ce ne sono altri 1000 da scegliere, non è un problema. Organizza un festival di tango a Lubiana in Slovenia, ed è un idea sua: là il tango non va molto ma lei sta cercando di importarlo. Ma torniamo al 'mah', quell'insidioso 'mah'. Mica è facile descrivere un 'mah': sono solo tre lettere ed una di queste è addirittura un 'h', ma ci proverò lo stesso..
Allora, diciamo che "un tarlo" che l'attanaglia l'ho incontrato un paio di volte, nel breve tempo che abbiamo trascorso assieme. La prima volta che non ho potuto non vederlo, lei era nella semi oscurità di una milonga e mi guardava da dietro una colonna. Nel linguaggio del tango guardare una persona di sesso opposto all'inizio di una tanda, vuol dire: "Vienimi ad invitare e balleremo". A questa disponibilità l'uomo, se desidera condividere il prossimo ballo con lei, risponde con un cenno del capo chiamato 'cabeceo': e se a questo gesto lei corrisponde con un sorriso l'accordo è fatto, il contratto è stipulato,  l'uomo parte, va da lei e balleranno assieme almeno per i prossimi quindici minuti. Ma lei invece, mi guardava e si nascondeva dietro la colonna alternativamente con un ritmo lento e pensieroso. Tutti i bambini del mondo lo fanno, ti guardano e poi si nascondono: ma dopo essersi nascosti dietro un muro per esempio, ne riemergono con un sorriso come a dire: "Rieccomi!!".
Ma lei no, non sorrideva, era incredibilmente seria e triste e praticamente senza espressione.. Come per dirmi "Ti sembra di vedermi? Ma tu non mi vedi, vedi solo un esterno, una facciata: ma non puoi sapere chi sono io, cosa mi porto dentro e a dietro: solo stai guardando qualcuno che ti si può nascondere in qualunque momento, se lo vuole, e tu non puoi farci niente".
Al mio secondo o terzo tentativo di cabeceo, al quale lei si continuava a nascondere e riemergere da dietro la colonna sempre continuando a guardarmi senza espressione, ad un certo punto ho pensato di girarmi per vedere se c'era qualcun'altro dietro di me a cui stava puntando: ma ero solo in quella direzione, guardava proprio me. Alla mia richiesta di ballare a distanza con il segno convenuto, lei continuava a guardarmi con occhi fissi, senza battere ciglio ne cambiare espressione, quasi una maschera di cera. Poi è arrivato un tale che conosceva ed ha interrotto quel teatrino, ed è quasi stata costretta ad accettare di ballare con lui, oppure semplicemente si era stufata di quel gioco. E questa diciamo che era la 'm' del 'mah'.

La 'a' invece l'avevo intravista durante un nostro tango. Lei è abbastanza preparata, lo riconosco, ma non è una ballerina perfetta: ogni tanto perde l'equilibrio, non in maniera clamorosa certo, ma è percettibile ed ha bisogno di appendersi un attimo al ballerino per recuperare il suo asse. Inoltre con le gambe non è molto veloce, è necessario che chi disegna la sua coreografia attenda i suoi tempi, perché lei non accelera neppure se ci starebbe bene un controtempo in quel preciso momento del brano. E' come se dicesse: "Nessuno mi può dire quel che devo fare e a che velocità vuole che lo faccia, io comando nella mia vita e questo deve essere molto chiaro fin da subito". Ma nel tango, che è un gioco (qualcuno dice quasi una metafora della vita) funzionerebbe se uno dei due conduce e l'altro segue. Non è questione di sesso, ed in certe occasioni ci si può scambiare i ruoli tra chi segue e chi guida. Però non funziona se tutti e due conducono o se tutti e due seguono, semplicemente non funziona. E non funziona neppure se uno conduce male e l'altro non ha voglia di seguire: risulta un tango disarmonico, forzato, fastidioso anche solo per chi guarda, un po' come certi matrimoni che non si sa bene che cosa li tenga assieme. Chi può dirlo, forse servono solo per far vedere "agli altri" che non si è soli, scartati, mentre tutti gli altri ‘lottano in pista’. Però una ballerina esperta che voglia presentarsi bene ad un coreografo lo sa che non deve imporre la sua coreografia come primo approccio, si partirebbe già col piede sbagliato, ed ecco la 'a'.
Ed ora arriviamo finalmente alla temuta 'h'. Lei è lì seduta su una sedia a bordo pista, evidentemente non c'è nessuno con cui le va di ballare, altrimenti solo ad un suo sguardo chiunque correrebbe ad accompagnarla: ma lei è estremamente selettiva. Non le piace la musica, non le piace il musicalizator, non le piace stare da sola: non le piace stare in compagnia, non le va che le si parli mentre è a caccia. Ho controllato sul dizionario, hunting in inglese (perché è in questa lingua che comunichiamo) vuol proprio dire caccia. Mi sembra proprio di capire che le prede ora siano i maschietti, vestiti da ballerini visto il contesto in cui ci troviamo. Il solo fatto di averle chiesto "tutto ok?", visto che aveva quell'aria sconsolata/scocciata l'ha turbata ulteriormente, non si può disturbare chi è intento a cacciare. Neppure con una superflua chiacchiera fuggevole. Poco importa se la sessione di caccia durerà 5 ore: nella battuta di caccia non si parla, punto e basta. Poco dopo passo davanti ad uno specchio, e realizzo.. Anch'io sono un maschietto e sono vestito da ballerino come tutti gli altri.. Improvvisamente mi sento nel gruppo, ed avendo come molti altri una camicia gessata, altri invece pantaloni gessati, sembriamo un po' quasi un branco di zebre: il predatore a lato. Realizzo: ma allora anch'io sono una preda, una delle tante. Una di quelle già assaggiate magari, forse neppure una delle più sgradevoli, ma però ora il mio tempo è finito. Abbiamo già fatto un paio di balli questa sera, ed è più di quanto abbia concesso a qualunque altra preda, e questo mi ha tolto la possibilità di avere la sua attenzione finché staremo li. E' bene inoltre, che io lo capisca molto alla svelta, prima di rischiare di diventare antipatico. Io sono felice perché sono venuti dei cari amici a trovarmi dalla mia città, come le avevo accennato la bar qualche ora prima, e mi verrebbe spontaneo presentarli: ma dallo sguardo e dal tono di voce capisco che non è aria, è come se mi dicesse: "Non hai capito, non si parla durante la caccia". Ed ecco l'h'.

Ecco fatto. Ecco 990 parole per spiegare solo 3 lettere: 'mah'. Però ora tutti questi ragionamenti possono tornare là dov'erano, cioè nella mia mente. Ed io posso tornare con la mia presenza esattamente la dove eravamo partiti, alla tavola di quel ristorante sconosciuto, in mezzo a quel paesino toscano di cui non conosco il nome. Ora sta arrivando la torta al cioccolato, ed io al momento mi sento una preda con dessert a fianco.

White Clay