giovedì 29 luglio 2010

Codardo - Parte 1

Lei è lì appena dietro lo spigolo del chioschetto che ora funge da bar proprio vicino alla pista da ballo. Non ci possiamo vedere da questa posizione, ma so che lei è lì.
Credevo proprio di fare un volo radente la settimana scorsa quando sono passato dal bancone a ordinare un succo d'arancia, darle una battuta veloce per vederla sorridere un pò, e poi volare via leggero e spensierato come se nulla fosse accaduto. E invece lei mi ha sorriso.
Ma prima di questo forse c'e' stato dell'altro.. Credo che sia stato a causa alla delcezza della sua voce o da come muove le mani, o forse per via dei suoi passi leggeri ed erotici allo stesso tempo, come se non ci fosse una distinzione tra i due concetti. E poi, ecco, mi ha dato il resto, con le mani aperte protese in avanti come se mi volesse fare un regalo bellissimo a sorpresa, e quindi quel sorrriso che mi ha fatto mancare la terra sotto i piedi da lì in poi. Anche ora quando mi avvicino al bar mi sembra che in quella zona ci sia un pericolo. E' come se ci fosse nascosta una botola lì attorno, di cui ora non ricordo più la posizione ed ho paura anche solo a camminare da quelle parti, mi sento precario..
L'angolo invece è sicuro.. di qui non mi può vedere, ma io non posso rimanere al di qua dello spigolo tutta la sera. Le sono appena andato a chiedere una bottiglietta d'acqua, e sono rimasto lì impalato come un idiota senza riuscire a pensare neanche una parola decente, come un cretino qualunque.. Non ho avuto neppure il coraggio di guardare di nuovo quel suo sorriso meraviglioso perchè avevo paura di ricadere di nuovo nella botola. Che poi non era una botola quella in cui ero caduto.. Volendo essere limpido e puro con pensieri e ricordi, mi ricordo invece benissimo che dopo quel gesto e quel sorriso il mio cuore si era invece aperto come non aveva fatto mai. La sensazione è stata quella di aver avuto nel petto una aquila che avesse deciso di spiegare le ali proprio in quel momento, dopo tanto tempo che se ne stava appollaiata al sole: il fatto è che da chiusa poi non sembrava cosi' grande. Perchè nella vita bisogna sempre essere sinceri, sopratutto con se stessi, se no poi le cose si confondono e le bugie rischiano di essere prese per realtà. Ora vado là e le dico: "Prima non avevo avuto il coraggio di dirtelo, te lo dico ora.. hai un sorriso stupendo. Ci tenevo a dirtelo, solo questo.." ed eventualmente andarmene via con un sorriso.. Ma c'era sempre qualcosa a disturbare quella scena.. qualcuno un po' sguaiato li attorno, la mia codardia che mi fermava, i suoi occhi molto stanchi e leggermente tristi, eppure bellissimi anche in questa situazione: elegante anche nel disagio, un altro battere d'ali dell'aquila. Ma credo che sia stato quello che mi ha detto l'altra sera quando le ho chiesto se le piaceva quel che vedeva. La pista dinnanzi a lei era colma di ballerini di tango abbracciati che si muovevano in tondo, in senso antiorario come in tutte le milonghe del mondo. Credo sia stato proprio il modo in cui l'ha detto: "Ma quella è poesia.." - Gli occhi le brillavano ed aveva un sorriso delicato e timido, come se non si osasse a chiedere per se stessa così tanta bellezza.. E' stato un pò come un incontro di pugliato dove uno dei due pugili, per ingoranza della vita, sottovaluti l'avversario, e questi dopo un paio di jab "di conoscenza", lo mandi al tappeto con una naturalezza imbarazzante, senza faticare, senza quasi impegnarsi. E le è bastato un sorriso..

White Clay