martedì 18 maggio 2010

L'anima di una città

L'arrivo in una nuova città è sempre una bella botta per il cervello, colori, rumori, odori e sapori completamente nuovi. In ogni luogo in cui sono stato prima ancora di visitare chiese o santuari mi sono immerso nel mercato...una vera libidine dei sensi che per qualche ora dà l'illusione di essere indigeni, di conoscere il macellalio o il pescivendolo, di sapere dove la verdura costa meno.
Ricordando un luogo spesso mi tornano alla mente i colori del mercato più che le immagini patinate da cartolina, ovvio che quelle rimangono, ma il mercato mi sembra più vero e vicino a ciò che un luogo realmente è.  Non c'è stato mercato che mi abbia deluso, anche in città che non mi sono piaciute, è stato bellissimo passeggiare nella Boqueria a Barcellona, non altrettanto tra le vie della città, ormai troppo simile ad un enorme parco giochi.
Bellissimo il mercato della verdura di Alghero o quello di Almeria,  il mercato dei fiori di Aix-en-Provence profumato di timo e lavanda, pieno di luce quello di Oia.
Terzani diceva che per comprendere un luogo è necessario visitarne la stazione dei treni, per me lo stesso effetto lo hanno i mercati...che sia la reincarnazione di una massaia?

Simone Mago

lunedì 10 maggio 2010

Tango

"Non lo so" è un'altra riposta possibile, una risposta sincera che mi piace.. vivere momenti meravigliosi in questo ballo codificato da migliaia di anni, espressione di una musica che proviene dal profondo della terra, da una latta d'olio tagliata a mo' di violino da un certo Francisco di nome Canaro. Bello è bello come il sesso, quando riesce bene. Brutto può essere brutto come una brutta chiaccherata, dove sai che tra poco finirà e più si ripeterà. Ma la scelta, il primo abbraccio, lo sguardo, il coraggio.. il sentire il suo corpo mosso dalla musica assieme al tuo, il profumo o il suo odore, i suoi fianchi o il suo seno, i suoi passi se è piu' distante;la sintonia e i giri, la pausa,il fermo: il cuore che batte, se riesce almeno ora con lo stesso tempo. L'abbraccio, due guace che si sfiorano o che rimangono appoggiate: il risveglio, quasi sempre con un sorriso.. Come un bacio appassionato e lungo dato ad una sconosciuta, come a testimoniare che siamo tutti una parte dello stesso Mondo.

White Clay

Imparare una nuova lingua

Da qualche settimana sto cercando di imparare una nuova lingua, il giapponese. Una bella avventura, e recentemente mi è capitato di poterla anche esercitare, ascoltando più che parlando, sono ancora al livello di un bambino di due anni che indica ed emette un suono...qualche volta simile al nome dell'oggetto indicato. 
Una delle cose divertenti dell'apprendere ed ascoltare una lingua nuova, lontana dalla propria, sta nel decifrare in mezzo al rumore di fondo di termini sconosciuti qualche isoletta costituita da aggettivi , verbi o sostantivi che suonano familiari.


La sfida con la lingua giapponese è duplice (o forse triplice come i suoi alfabeti), oltre a dover imparare a parlare devo re-imparare a leggere e scrivere. A prima vista la grammatica non sembra complicata, ma lo è sapere decifrare la scrittura e ancora di più riuscire a riprodurla. In giappone si utilizzano tre "alfabeti", due sono fonetici chiamati Hiragana e Katakana, ogni elemento di questi descrive un suono (wa, te, mo, etc. etc.)il primo viene utilizzato per descrivere termini di origini giapponese il secondo per tutto quello che proviene da oltreoceano. Il terzo è costituito da un gran numero di Kanji (ideogrammi) utilizzati per descrivere con un unico simbolo interi concetti, sostantivi, verbi, aggettivi...e via così. Per questi l'unico modo per poterli leggere è conoscerli a memoria e a complicare il tutto si aggiunge il fatto che per ogni Kanji esiste una doppia pronuncia. Infatti i Kanji sono di importazione cinese, così per ognuno esiste la pronuncia cinese (on) e quella giapponese (kun) usate in differenti situazioni, ad esempio montagna si indica con l'ideogramma che sembra una montagna, ma nella pronuncia cinese si pronuncia san mentre in quella giapponese yama.

Simone Mago

venerdì 7 maggio 2010

Turista o Viaggiatore

Recentemente mi è capitato di andare all'estero per qualche giorno, volo economico, aeroporto economico, tutto ottimizzato. E' stata una bella occasione anche per studiare gli abitanti degli aeroporti, ho potuto chiaramente individuare due categorie di persone, i Turisti e i Viaggiatori. I primi si fotografano ovunque usando sempre e rigorosamente il flash, comprano ogni sorta di cagata al duty free e hanno una mancanza di rispetto pressochè totale per chi gli vive attorno, i secondi sono efficienti, pazienti e con vestiti comodi, fotografano poco, mai con il flash per non dare fastidio. I primi parlano sempre i secondi ascoltano e si immergono nell'ambiente che li circonda, i turisti vanno all'estero per mangiare italiano o meglio ancora stare rinchiusi dentro un villaggio vacanza con rai uno, rai due e il calcio minuto per minuto, il viaggiatore fa spesa nei mercatini locali e si gusta i piatti tipici, riesce a sopravvivere senza pasta e pizza.
Il turista si sposta solo con il corpo, la mente è ferma a casa, il viaggiatore è immerso in ogni istante nell'ambiente che lo circonda.

E voi cosa siete, turisti o viaggiatori ?

Simone Mago