martedì 16 novembre 2010

I magneti



Il gioco dei magneti, è un gioco antico. Ogni magnete ha per sua natura uno Yin e uno Yang, un positivo e un negativo, un sud e un nord. Non esiste magnete al mondo che non abbia entrambe le facce. Per quanto piccolo si riesca a spezzare un magnete, e lo dice la fisica, fosse anche di 5 atomi, ne avrà almeno due polarizzati in un modo e 2 nell'altro. Gli esseri umani, a mio avviso, o almeno la parte elettrica del loro cervello, conserva questa proprietà:  e questo credo sia vero per ogni sentimento, passione, o impulso che si possa manifestare al suo interno. Alcuni scienziati tempo fa hanno osservato che le zone del cervello interessate nel caso di sentimenti  contrastanti come ad esempio l'amore e l'odio, sono pressochè identiche. Dal punto di vista circuitale.. è una buona ottimizzazione da parte della Natura aver posto nella stessa regione di spazio tutto il necessario per procurare una serie di reazioni muscolari ed ormonali, per poi poterlo usare in un senso, o per il suo contrario: Yin e Yang. Stessa cosa diverso utilizzo, esiti diametralmente opposti, a seconda della direzione che sembra conveniente intraprendere.
Ho conosciuto persone giocare ai magneti, ed un pò forse ci ha sempre affascinati tutti il gioco delle calamitine.. che si seguono a distanza, anche attraverso un grosso spessore, o che si respingono con una forza che quasi non riusciamo a contrastare anche se le calamite sono piccolissime. A volte giochiamo ad attrarre, a volte a respingere,  e c'è chi si diverte come un bambino dispettoso prima sempre un pò ad attrarre e poi subito dopo a respingere.

White Clay

giovedì 4 novembre 2010

Buenos Aires senza meta - Lo spettatore [Parte 3]

Dopo un bagno caldo e un po' di frutta mi accorgo che non ho ancora cenato, decido allora che la giornata non è per niente finita e la destinazione di stasera sarà la Confiteria Ideal, la milonga più storica e più elegante di Buenos Aires. Ho poche forze e molta fame per cui mi affretto a chiamare un taxi ed a dargli le indicazioni precise. Come sempre poi però il gusto della scoperta e della novità prevalgono sugli istinti del corpo, e poco dopo mi ritrovo ad osservare rilassato le strade di Buenos Aires di notte che mi scorrono a fianco veloci, dietro il finestrino del taxi di Charlie, un giovane taxista con la guida da formula uno e la parlantina del venditore di emozioni per soli uomini.

Scendo dal taxi e mi sento subito osservato. Mi giro e vedo sull'uscio della milonga una bellissima donna, con un età indefinita dai 25 ai 30 anni che istintivamente mi sorride e mi saluta. E' accompagnata, ma non riesco a distogliere lo sguardo dal suo sorriso che ricambio senza staccare gli occhi dai suoi. Nelle sale da tango capita frequentemente di salutarsi anche se non ci si conosce.. E' un modo per sciogliere il  ghiaccio che si potrebbe creare tra perfetti sconosciuti al primo contatto. Dopo un saluto ed un poco di tempo, se per caso andassi ad invitarla a ballare non saremo più perfettamente estranei, saremmo quelli che si sono salutati venti minuti fa.. Sono contento di aver visto qualcuno di giovane qui attorno, cosa non scontata nelle milonghe di Buenos Aires, e dopo aver fatto il biglietto in quello che sembra l'ingresso di un vecchio cinema di marmo risalgo la scalinata che mi hanno indicato da dietro il bancone, anch'essa completamente in marmo.  Quando entro nella sala mi trovo al centro dell'attenzione. C'e' pochissima gente, una ventina di persone o poco più, e credo che a parte 5 o 6 turisti gli altri si conoscano tutti. Il fatto che ci sia poca confusione, mi rincuora abbastanza, farò meno fatica a ballare se non ci sarà traffico in pista;  per il fatto di essere al centro dell'attenzione mi importa poco, non ho mai ballato per gli atri, solo per me e la mia ballerina. Spero con tutte le mie forze che ci sia qualcosa da mangiare ho il fisico in riserva, ma la novità e la bellezza del posto mi tengono su, anche se dovessi saltare la cena. Mi siedo ad un tavolo sul lato sinistro della pista ed il cameriere mi nota, essendo l'unico oggetto alieno che si muove per la sala. Ci salutiamo con un gesto del capo e gli chiedo se ha una carta. Il mio stomaco pende dalle sue labbra e quando sente la risposta "Claro!"  ha un sussulto di contentezza. Ordino un paio di Empanadas (assomigliano ai nostri tortelli dolci, ma sono salati e con dentro uno spezzatino di carne e verdura). Non voglio mangiare tanto quanto desidererei.. voglio mantenermi lucido e pronto a ballare. Intanto noto che la mia presenza (sono vestito molto elegante) ha suscitato la curiosità degli habitué del posto. Li vedo curiosi di sapere chi sono: ed io li lascio fantasticare.. Potrei essere un professionista o un maestro , oppure un principiante allo sbaraglio, un gangster o magari il regista del prossimo film sul tango alla ricerca di volti nuovi. Sarà poi mia cura disilluderli al  mio primo ballo, sono solo uno studente volenteroso, che farebbe qualunque cosa per praticare ed imparare. Ma ora sono concentrato sul cibo.. l'annuncio del suo arrivo mi ha tolto la capacità di fare qualunque altra cosa, se non attendere il cibo. Arriva.. Non mi ci avvento sopra a testa bassa, anche perchè è bollente e poi ho gli occhi abbastanza puntati addosso. Mangio con calma e sorseggio la mia coppa di vino tinto, ma le mie mascelle hanno la velocità e la sicurezza di  chi non mangia da tempo. Convinco il mio stomaco che 2  empanadas sono sufficienti  perchè c'e' dentro la carne ed il vino rosso è calorico, così mi appresto a guardarmi in giro.
Nel frattempo gli habitué del posto hanno allestito un vero e proprio spettacolo per me. Si sono messi a ballare e qualcuno, diciamo il più bravo ed elegante della pista ha fatto un paio di ronde strette in prossimità del mio tavolo con la sua compagna e mi guarda spesso, per farmi notare la sua collaudata tecnica. Io dentro di me, mi sento molto grato di questo, sia per il fatto che mi sta considerando, benchè sia un misterioso nessuno, sia perchè sono venuto qui per questo, per vedere come la gente balla a Buenos Aires. Apprezzo molto l'ospitalità ed alla prima occasione di incontrare il ballerino esperto nel corridoio laterale, lo saluto con un  accenno di inchino che lui ricambia con eleganza: e questo è quanto avevamo da dirci per quella sera. Intanto avevo notato la ragazza che mi aveva salutato all'ingresso prendere posto con altre tre persone, in tutto due ragazzi e due ragazze, in un tavolino dal lato opposto del salone di marmo. C'e' poca gente in milonga e la ragazza dal sorriso stupendo sta scendendo in pista assieme ad uno dei suoi accompagnatori, mentre l'altra coppia li segue a ruota. La ragazza che mi ha salutato è molto bella e si muove in maniera sinuosa, col suo ballerino hanno uno stile di ballo molto vistoso ed ingombrante ma sono armonici e questo rende gradevole seguirli con lo sguardo. La coppia che li segue e con la quale sono entrati invece mi sembrano molto meno armonici ed avverto i loro scambi di energia troppo forzati, mi concentro sui primi.
Terminato il ballo e dopo qualche esitazione parto. Mi dico: "Non sarò mai più qui e ora. Ora è il momento di fare le cose". Dal momento che siamo praticamente gli unici giovani veramente interessati  al tango presenti in sala, circumnavigo la pista e mi presento al loro tavolo. Per rompere il ghiaccio provo con un complimento: "Ustedes es maestros?" ("Voi siete maestri?"). Con un po' di sorpresa mi dicono che lo sono, si presentano e mi fanno spazio per invitarmi a sedere con loro al tavolino: adoro i popoli latini. Facciamo due chiacchiere sul locale, sul fatto che ci siano pochi giovani a Buenos Aires che ballano il tango, e su una coppia di attempati, coreografici e scoordinati ballerini che sono ora a centro pista. Ci convinciamo che siano parte dello staff e siano lì per togliere l'imbarazzo di ballare a chiunque lo desideri, anche se poco o per nulla esperto. Cosi' leggermente divertiti, anche se un po' imbarazzati per il livello di ballo decidiamo di chiamarli "Allegria", che in spagnolo si scrive con una "l" in meno, ma la parola rende uguale. A sorpresa per me che non capisco bene lo spagnolo, le luci del locale si accendono ed il titolare del locale annuncia l'imminente l'esibizione dei ballerini al mio tavolo, che tra gli applausi generali del pubblico sta per avere luogo.

Finita la pregevole esibizione e con lo sfumare degli applausi le luci tornano basse come prima e la serata sembra volgere verso il termine, ma io mi gioco il tutto per tutto e chiedo alla ragazza dal sorriso magico, che ha da poco terminato l'esibizione, se le va di ballare con me, anche se sono solo un principiante. Mi sorride ed acconsente, sembra felice che glielo abbia chiesto e per la sua grande gentilezza è disposta a rischiare.  Le donne spesso seguono un istinto di cui ignoro i confini e questo non finirà mai di sorprendermi. La musica inizia e noi ci abbracciamo, come la tradizione richiede.

Sento la pressione del suo petto contro il mio, fisicamente stiamo per formare un'ombra sola. Il suo abbraccio è tenerissimo anche se è deciso nello stringermi a se. E' chiaro che non andremo da nessuna parte se non assieme, qualunque cosa accadrà la affronteremo assieme, ci affidiamo uno nelle braccia dell'altro, come se fosse una promessa eterna, e non pensiamo  che tra non più di tre minuti il tutto potrebbe finire. Inizio la prima apertura sfiorando con il mio piede sinistro il pavimento liscio, lei mi segue come velluto e sento il mio cuore battere forte come non aveva fatto mai, non veloce: forte. Le pulsazioni sono cosi' detonanti che sento scuotere l'intera gabbia toracica, e penso che le possa sentire anche lei. L'emozione è immensa, siamo in una città sconosciuta, nella milonga più storica, famosa ed elegante di Buenos Aires dove  tutto è marmo, intarsi dorati e musica e siamo praticamente da soli in pista. Il pubblico non è abbondante, ma se ne percepisce la presenza: sento che anche se ci fossero state altre 1000 persone lì a guardarci, non mi sarebbe importato, io ero lì per ballare con lei e nessun'altro essere umano su questo pianeta. Penso che se tutto quello che mi è costata la vita fino ad ora è servito solo per essere qui adesso con lei in questo momento, ne è valsa la pena. La musica comincia a chiamarci e noi la seguiamo; nelle scuole di tango insegnano che è l'uomo a "guidare"il ballo, a dare la "marcacion", la direzione. Ma quella volta non è stato così: il mio corpo non era più una mia proprietà privata, il quarantacinque percento era suo ed un quarantacinque pecento della musica, solo il restante dieci era rimasto mio: uno spettatore di prima fila. Le nostre guance si sfiorano e lentamente si appoggiano delicatamente una verso l'altra fino a che le nostre tempie vengono quasi in contatto; da qui in poi  il tempo non esiste più, o almeno io ne sono uscito. Conosco quello che all'università insegnano sulle leggi della fisica e dell'energia, e qualunque scienziato potrebbe dirmi che non lo posso dimostrare. Ma io posso sentire il contatto del pavimento attraverso i suoi piedi.  Quando ci fermiamo da un passo rapido in una figura più lenta e lei sfiora il pavimento di marmo fresco e leggermente ruvido, io ho gli occhi chiusi e sento la suola delle sue scarpe disegnare sul pavimento: ma la sento dall'interno della sua suola e sento la sensazione di borotalco che la povere depositata sul fresco del marmo regala. Senza un volere cosciente la imito e faccio dei piccoli cerchi simmetrici ai suoi con il mio piede destro per comunicarle la stessa sensazione di piacevolezza. Mi ero sempre chiesto perchè i ballerini facessero quegli sfioramenti coi piedi sul pavimento, ora lo so: quando due anime arrivano ad essere così vicine, è come concedersi la carezza più tenera e più intima che ci si possa scambiare in pubblico. Sento il collo caldo e umido dal suo respiro; se stessimo facendo l'amore, questo sarebbe uno di quei momenti magici in cui i due corpi diventano una sola cosa. In media un tango dura dai due ai tre minuti, ma in questo caso il tempo è stato fuori da noi e solo il finire della musica ci riaccompagna come una carezza al centro della pista, dove avevamo lasciato i nostri corpi nel loro primo abbraccio. Spero ardentemente che le sensazioni che ho avuto con lei non siano state solo mie, lei è una ballerina professionista e chissà con che ballerini meravigliosi avrà ballato. Ma lei non si muove, rimane rilassata aderente al mio petto, sento forte il suo calore e il suo profumo, e quando dopo poco lentamente ci separiamo ha gli occhi sorridenti e lucidi. E'un po' sorpresa come lo sono io d'altronde, fino a un ora fa eravamo due che si sono salutati sull'uscio. Mi  sussurra con un filo di voce "Muy lindo..", a me scoppia il cuore, e ci viene da sorridere come due bambini che hanno appena scoperto un nuovo giocattolo. Qualcuno tra il pubblico applaude, pensa abbia fatto un esibizione anch'io,  e non si rende conto invece che io ero uno spettatore come lui. Mi vergogno un po' di aver vissuto quel che ho vissuto con una donna sposata in pubblico a pochi metri da suo marito, ma è stato solo un ballo, ed in milonga si va per ballare. Occhi umidi e cuore a mille, ora per me è impossibile proferire parola: la parte più difficile sarà tornare al posto facendo finta che non sia successo niente. Per fortuna loro stanno conversando al tavolino di qualcosa che gli interessa molto, perchè io non riuscirei a parlare nella mia lingua figuriamoci in una straniera. Cerchiamo di non incrociare gli sguardi, ma la vedo sorridere molto ed ha gli occhi ancora un pò lucidi. Io ora sono poco di compagnia, rispondo con sorrisi e frasi di circostanza, e mi chiedo se la vita possa anche essere così bella. Un risposta non ce l'ho, e mi guardo bene dal cercarla: tengo la bocca chiusa perchè voglio quest'emozione con me per sempre.

White Clay