mercoledì 13 aprile 2011

Kire

Saranno da poco passate le 4 di mattina e qualcosa mi sta trascinando via dal sonno.. è un rumore sordo vibrante e in sottofondo c'è una leggera musichetta.. Apro gli occhi e vedo una luce lampeggiare sul comodino della mia camera da letto: "Cavolo è il cellulare". Coincidenza erano un po' di notti che non riuscivo a capire perchè me lo scordassi acceso: chi lo sa, forse era per questo.. senza saperlo forse stavo aspettando una telefonata da non so chi.. Annaspo tra lenzuola e coperte e cerco di raggiungere il bordo del letto: provo a mettere a fuoco il display del telefono ma la luce del visore è troppo intensa per le mie pupille dilatate, mi abbaglia. Strizzo un pò le palpebre e riesco a decifrare la scritta -Numero Privato-.
"Porca miseria" - penso tra me e me.. qualcuno che ha sbagliato numero o della pubblicità registrata.. sto per spegnerlo quando lo stesso pensiero inconscio che mi ha fatto lasciare il cellulare acceso nelle ultime notti ora mi dice che devo rispondere. Mi sdraio col cellulare in mano, pronto a metter giù subito o a spegnerlo se si fosse trattato di notizie poco interessanti. Premo il tasto verde e dico con il tono di voce più assonnato che ho: "Proonto".
Sento qualche istante di interminabile silenzio dall'altra parte, ma anche un accentuato fruscio costante di fondo che mi fa pensare ad una telefonata che arrivi da lontano. Attendo qualche secondo che mi sembrano lunghissimi e poi dall'altra parte del ricevitore sento una parola che non sentivo più da molto tempo: "Kire!". 
Non ci posso credere.. saranno almeno 8 anni che non sentivo questa parola e solo una persona su sei miliardi che siamo su questo pianeta poteva dirla a me e alle 4 del mattino. Subito penso e spero che sia uno scherzo, che l'abbia detta per rompere il ghiaccio dopo tanto tempo che non ci sentivamo.. "Simone Mago sei tu????" - "Si, eheheheh.. Quanto tempo eh?" - Parla con un filo di voce quasi non dovesse farsi sentire - "Mio Dio, non ci posso credere!! Lo sai che qui è notte vero?" - "Si, lo so.. Kire, qunando vuoi tu" - mi risponde. Scoppio a ridere, forse queste sono le uniche 4 lettere che potevano farmi ridere in questo periodo e a quest'ora della notte. Dal tono di voce mi sembra però che non stia scherzando.. Continua: "Ho poco tempo e non posso farmi sentire ora, prenditi il tempo che devi, ma ti prego, fammi sapere se puoi,voglio andarmene da qui." Io ancora ho la testa confusa dal sonno e dalla sorpresa, ma capisco dalla tonalità del suo parlare che c'è qualcosa che non va, e che non puo' prolungare la conversazione più di tanto. Gli rispondo - "Cazzo!! davvero Kire?" per essere sicuro di quel che dovrà essere del mio futuro, anche se un pò, sotto sotto, mi scappa da ridere.. "Se puoi ancora.. si, altrimenti fammi sapere. ora ti devo lasciare, poi ti spiego, spero di vederti presto.." - "Ok, va bene.. ti faccio sapere.. domani ti scrivo una mail.. Sai cosa..? Può anche darsi che vengo." - "Hermano, ora devo riagganciare, poi ti spiego" - e riattacca.

In giapponese "kire" significa "uccidimi": ma questa parola d'ordine fu coniata invece in un momento di estrema allegria. Tra le chiacchere che si fanno a volte a tavola con gli amici, quelli veri, era anche capitato l'argomento che se uno dei due un giorno si fosse trovato in una siutazione dalla quale doveva/voleva scomparire, per i motivi più vari, non so.. problemi coniugali, di famiglia, d'affari, di natura introspettiva, avrebbe potuto usare questa parola in codice per farsi venire a salvare dall'altro, per poi scomparire assieme. Questo almeno fino che non si fosse formata una soluzione di vita alternativa per quello dei due in fuga, o per entrambi magari, chi poteva dirlo. Dopo 10 anni dalla prima volta che ho sentito nominare quest'espressione giapponese, ci sono stati diversi viaggi, miei e suoi: ed in ciascun viaggio cercavamo sempre a tempo perso, ma forse poi neanche tanto, una capanna sulla spiaggia, una stamberga, un rifugio a poco prezzo e ben isolato, nel caso in cui uno dei due avesse pronunciato il codice. Io il mio rifugio l'avevo già scelto, e se devo essere sincero un pensiero a ritirarmici anche da solo più di una volta ce l'avevo già fatto. Il mio nascondiglio si trova in Thailandia nella campagna lungo la costa a 15km nord di Puket. C'e una serie di piccoli bungalow sulla spiaggia, gestiti da un certo Renmei, col quale negli ultimi anni ho mantenuto ottimi rapporti. Con poco più di 120€ al mese mi lascia tenere un bungalow per il tempo che lo desidero, ed in quel paese un bungalow è tutto quel che si può desiderare per vivere una vita da sogno di fianco al mare. In pratica con 1.500€ all'anno si risolve il problema dell'alloggio, per il cibo ed il resto poco di più. Ho dei soldi da parte, e diciamo che in quel paese potrei ragionevolemnte vivere di rendita. Forse aspettavo questa telefonata da non so quanti anni: forse se non mi avesse chiamato lui l'avrei fatto io. Forse a 48 anni c'e' bisogno di ricominciare a vivere da zero, tutte le cellule del mio corpo l'hanno sempre saputo, magari da sempre o forse solo dall'ultima delusione. Qui non c'e' niente più che abbia urgente bisogno di me.. e anche se dovessi sparire un anno per cercare me stesso, nessuno mi denuncerebbe per questo. Mi corico un altro pò per dare il tempo alla circolazione di prendere il ritmo della veglia, ma chi ha più voglia di dormire ora? Mi alzo, accendo il Pc, mi lavo la faccia, e mi collego a internet. Il Pc sarà la mia chiave di uscita da questa realtà. Mando qualche mail alla gente con cui collaboro, mi collego al sito della Lufthansa e guardo i voli, prossima fermata Tsukuba, provincia di Tokio. Sarà una settimana un mese o dieci anni, ma credo che ora è il tempo di partire, ora è il tempo per il cambiamento che aspettavo. Ma tu pensa delle volte.. quattro lettere, due vite salvate. Kire!

White Clay