sabato 7 agosto 2010

Nel Dojo [1^parte]

Il sole entra da uno spiraglio delle tende, è ora di alzarsi, cercando di evitare le valigie raggiungo la finestra, la gente sta già correndo nella stazione della metro, a giudicare dal sole e dalle facce delle persone fuori deve fare davvero caldo...oggi ci si fa male.
Ho tutto il tempo di preparare la borsa con calma, dogi, cintura, accappatoio (che qui nessuno usa) e tutto il resto, me la carico sulla spalla e esco dalla stanza. All'uscita dell'albergo mi preparo alla botta, sto per passare dai 20° dell'aria condizionata ai 30°umidi di Tokyo, prendo un respiro cercando di trattenere il fresco e le porte automatiche si aprono, faccio 10 metri verso la stazione è ho già bisogno di un'altra doccia....oggi ci si fa male. Il percorso ormai lo conosco bene, hotel, metropolitana, qualche fermata e un paio di vie nei sobborghi e si arriva al dojo. Esteticamente parlando sono quanto di più lontano dal giapponese medio eppure, mentre cammino immerso in questo stormo di impiegati, studenti, casalinghe e pensionati mi sento perfettamente mimetizzato, a mio agio, potrei quasi addormentarmi sulla metropolitana, ma adesso non posso, devo essere sveglio, pronto a reagire...oggi ci si fa male. Finalmente sono arrivato alla stradina che mi porta al dojo, l'aria condizionata della metropolitana è un lontano ricordo, sento il caldo dell'asfalto attraverso le scarpe, non vedo l'ora di toglierle; appena entrato nella palestra eseguo il solito rito con maniacale precisione, non vorrei fare incazzare nessuno, mi tolgo le scarpe all'ingresso, le appoggio in un armadio e vado a prendere una chiave per l'armadietto negli spogliatoi e come sempre il portinaio sgrana gli occhi quando firmo il foglio delle presenze. Per paura di arrivare tardi sono in tremendo anticipo, ho il tempo per mangiare qualcosa ,così seduto sulle poltroncine all'ingresso con i piedi appoggiati sul pavimento fresco, mi divoro un paio di onigiri aiutandoli a scendere con un the freddo amaro, ho bisogno di energie...oggi ci si fa male. E' ora di prepararsi,  inizio a cambiarmi nello spogliatoio davanti al mio armadietto e  provo la solita sensazione piacevole che mi accompagna anche qui, così lontano dalla solita palestra, durante il "rito" della vestizione. I pensieri del quotidiano se ne vanno mi concentro solo i gesti di quel momento, mi infilo i pantaloni e poi la casacca mi piace sentire il cotone fresco sulla pelle, stringo la cintura un paio di  boccate di aria condizionata e sono pronto a salire le scale che portano al dojo...oggi ci si fa male.


....Continua

Simone Mago

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